Una delle mie tante caratteristiche è vivere e provare spesso stati d’ansia.

Da poco ho imparato a dire “stato d’animo” perché una volta ho letto una frase che diceva:

“Non dire ‘ho l’ansia’ perché così ti convinci che l’ansia fa parte di te. Piuttosto, dì ‘provo uno stato d’ansia’, così sai che è solo una cosa temporanea, passeggera.”

Non so dirti perché mi capita, né quando, né come: capita e basta.

Finalmente, dopo anni, sto imparando a gestirla un po’ di più e a razionalizzare il fatto che magari non potrò eliminarla, ma possiedo le capacità per pilotarla e utilizzarla a mio vantaggio.

Ho paura di non aver fatto molte cose nella mia vita “solo” per paura che mi venisse l’ansia. Una di queste è viaggiare da sola.

Solo una volta mi è capitato di dover viaggiare da sola.

Ti racconto una storia.

A settembre 2023 ho deciso di partire come Au Pair negli Stati Uniti, più precisamente a San Francisco.

Ho fatto match (sì, si dice così quando trovi la famiglia ospitante) con una meravigliosa famiglia di San Francisco con due bambini altrettanto meravigliosi.

Dopo tre mesi di lavoro e vita lì, ho iniziato a rendermi conto di non essere felice. Ero molto stressata e non mi godevo l’esperienza, sentendomi sollevata solo al pensiero che presto sarei potuta tornare a casa, grazie alle mie ferie.

Giunta a questa consapevolezza, ho deciso di abbandonare il programma e tornare in Italia.

Non è stato per niente facile perché ero davvero legata alla famiglia, soprattutto alla mia host mum, che si è rivelata una persona meravigliosa e che, ancor prima di me, aveva capito che non stavo bene.

Pochi giorni dopo aver preso questa decisione, mi sono ritrovata sul mio primo volo intercontinentale da sola.

Il volo più bello della mia vita.

Paradossalmente – dico paradossalmente perché viaggio in aereo da quando ho 11 mesi – odio volare. Non è proprio un odio, ma ho realizzato che spesso, alla base delle mie sensazioni di ansia, c’è il fatto di non avere la situazione sotto controllo. E diciamo che, volando, io, tu, nessuno (escluso il pilota) può fare qualcosa.

Durante quel volo San Francisco–Milano (con scalo in Canada), ho realizzato che, da soli, abbiamo una sorta di motore d’emergenza che si attiva quando devi contare solo su te stesso.

Purtroppo, questi stati d’ansia me li porto ancora dietro a ogni partenza, a ogni viaggio e a ogni arrivo. Sto imparando a renderli partecipi del viaggio, prendendoli per mano e facendogli vedere che esistono cose belle lì fuori.

Non è facile e spesso non mi fa godere appieno esperienze uniche, ma credo che mi aiuti a viverle più intensamente e ad averne un ricordo limpido e chiaro.

Questa breve pagina di diario non è per spronarti a partire, a chiudere gli occhi e a tapparti le orecchie quando sopraggiunge uno stato d’ansia. Piuttosto, vuole essere un piccolo suggerimento: abbracciala e, accendendo quel piccolo motore di emergenza, falle vedere che sei d’accordo ad averla come inquilina, ma a patto che ci si venga incontro.

Essere in uno stato d’ansia fa paura, ma rendersene conto la azzera perché, a mio parere, ti porta a uno stato di consapevolezza superiore. E questo significa che stai facendo passi avanti.

In conclusione, voglio consigliarti due canzoni che mi aiutano ad alleviare questi stati d’ansia e che mi fanno sentire spensierata e invincibile.

Il gruppo si chiama Caamp ed entrambi i brani sono loro:

  • Vagabond – Caamp
  • Debts I Owe – Caamp

Se li ascolti, fammi sapere cosa ne pensi.


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